Non si spegne la memoria del vescovo Giuseppe Cognata. Oggi ricorre il 52esimo anniversario dal ritorno alla Casa del Padre di un presule costretto a dimettersi per via di false accuse (poi cadute nel vuoto). Insieme a padre Pasquale Triulcio, direttore dell’Archivio storico della diocesi di Reggio Calabria – Bova, tracciamo un breve ricordo di questa figura di vescovo e uomo mite, in odor di santità, che ha trascorso una vita in intimità con il Signore.
I documenti sul presule dell’Archivio Storico Diocesano agli atti nel Processo di Beatificazione
Presso il nostro Archivio Storico Diocesano esiste, tra le carte della diocesi di Bova, del materiale relativo a Monsignor Giuseppe Cognata a cui tanto si è attinto per il Processo di Beatificazione e Canonizzazione e, di recente, per una tesi di Baccalaureato in Teologia, a testimonianza di quanto questa meravigliosa figura, tuttora affascini e coinvolga per quella “sapientia crucis” che da Essa promana. La sua vita, infatti, può essere riassunta nella pagina mirabile del Servo di Jahvé, profetizzato da Isaia: «Si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca» (Is 53,7).
Chi è monsignor Giuseppe Cognata
Nato ad Agrigento il 14 ottobre 1885, dimostrò fin da bambino una grande ricchezza di doti e talenti. Dodicenne entrò nel collegio salesiano “San Basilio” di Randazzo (Catania), pronto ad accogliere la chiamata alla vita religiosa e apostolica tra i Salesiani; una vocazione fortemente contrastata dal padre e dal nonno, con le sue prove e le sue lotte lunghe e sofferte.
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Il 5 maggio 1908 il chierico Giuseppe Cognata emetteva la professione perpetua a San Gregorio di Catania, nelle mani del Beato Michele Rua, e l’anno dopo, il 29 agosto 1909, riceveva ad Acireale l’ordinazione sacerdotale.
Direttore di opere e di anime
Aveva conseguito brillantemente la laurea sia in Lettere sia in Filosofia ed ora andava ai giovani non solo come professore e assistente, ma come sacerdote pieno di zelo, svolgendo la sua missione in varie zone d’Italia. La Prima Guerra Mondiale vide don Cognata prestare il suo servizio.
Fu direttore di opere, ma più ancora direttore di anime. Fu direttore infine al “Sacro Cuore” di Roma. Pio XI il 16 marzo 1933 lo nominò Vescovo di Bova, una diocesi della Calabria particolarmente povera e disagiata. Ricevette l’ordinazione episcopale il 23 aprile successivo nella basilica del Sacro Cuore a Roma dal Cardinale salesiano Venerabile Augusto Hlond, Arcivescovo metropolita di Gniezno e Poznań.
PER APPROFONDIRE: Monsignor Cognata, insieme agli ultimi tra i sentieri della Bovesìa
Attraverso sentieri scoscesi e mulattiere monsignor Cognata – che aveva scelto come motto episcopale l’espressione paolina «Caritas Christi urget nos» – volle visitare non solo tutti i paesetti della diocesi, ma anche i gruppi di povere famiglie sparse qua e là nei luoghi più remoti e inaccessibili. Diede vita a una pia società di giovani generose, disposte a lavorare con coraggio e gioia nei centri più piccoli, abbandonati.
La nascita Congregazione delle Salesiane Oblate del Sacro Cuore e l’ingiustizia subita
Nacque così l’8 dicembre 1933 la Congregazione delle Salesiane Oblate del Sacro Cuore. Nel 1939 una “bufera” si scatenò contro il Fondatore e la sua Istituzione. Il 20 dicembre 1939 il Sant’Uffizio, sulla base di false accuse, condannò ingiustamente Monsignor Cognata alla destituzione dalla dignità episcopale.
Egli allora andò lontano, vivendo per lunghi anni nel silenzio, separato dalle sue figlie spirituali. Venne accolto nelle case salesiane di Trento e Rovereto e poi in quella di Castello di Godego (Treviso), svolgendo un assiduo e apprezzato ministero di confessore e guida spirituale.
Una vita vissuta in intimità con Gesù
La Croce è speranza, certezza di risurrezione. Per 32 anni, fino alla morte, Monsignor Giuseppe Cognata vive nel nascondimento, nella preghiera, nell’umile e fecondissimo lavoro sacerdotale, soprattutto di direttore spirituale, in perfetta oblazione sacrificale di sé. Chi lo avvicina, confratelli salesiani, sacerdoti, suore, religiosi e laici, ha l’impressione di aver incontrato un santo, un grande maestro di intimità con Gesù. Diffonde coraggio, fiducia e gioia in una paternità avvolgente.
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Devotissimo all’Ausiliatrice, indirizza sempre a Lei coloro che incontra, sicurissimo che la Madonna risponde sempre a chi lo invoca. Monsignor Cognata nella Pasqua 1962 venne reintegrato da San Giovanni XXIII nell’Episcopato. Partecipò così per volontà di San Paolo VI al Concilio Vaticano II. Il 29 gennaio 1972 ebbe la gioia di sapere il suo Istituto riconosciuto definitivamente dalla Santa Sede.
La morte nella “sua” Casa di Pellaro
Si spense il 22 luglio di quell’anno a Pellaro (Reggio Calabria), nella casa delle Salesiane Oblate. Le sue spoglie riposano nella casa generalizia a Tivoli. «Al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori, ma quando offrirà se stesso in espiazione, vedrà una discendenza e si compirà per mezzo suo la volontà del Signore» (Is 53,10). Il 15 aprile 2020 papa Francesco ha dato avvio alla Causa e l’Inchiesta diocesana apertasi il 12 dicembre 2020, si è conclusa il 1 ottobre 2022.
*Direttore dell’Archivio Storico Diocesano Reggio C.-Bova
L’articolo 52° anniversario del Pio Transito di Monsignor Giuseppe Cognata: il 22 luglio 1972 moriva a Pellaro proviene da Avvenire di Calabria.